"Qualcosa che sai fare"



Qualcosa che sai fare.
Lo avevo detto suo nonno: che tutto quello che ti serve è avere qualcosa che sai fare. Quando la nonna stava partorendo suo padre, aveva perso talmente tanto sangue che l’ostetrica aveva mandato a chiamare il medico. Il nonno, a cui avevano detto che non poteva essere di nessun aiuto, non sopportava di sentire le urla della nonna, ed era uscito, aveva attaccato il cavallo all’aratro e si era messo ad arare il campo. Aveva incitato il cavallo con la frusta e con urla che coprivano quelle che arrivavano dalla casa, e spingendo lui stesso l’aratro quando il fido ma vecchio sauro aveva cominciato a barcollare nella bardatura. Appena le urla erano cessate e il dottore era uscito per dire che sia la madre sia il bambino ce l’avrebbero fatta, il nonno si era inginocchiato, aveva baciato la terra e ringraziato il dio in cui non credeva.
Quella stessa notte il cavallo si era accasciato nel box privo di vita.
[Sete, Jo Nesbo]


Sono giorni che penso di ricominciare a scrivere. 

Giorni che mi dico di trovare qualcosa d’altro da fare. Per occupare il tempo e svuotare la mente. Tornare a dedicarmi a quello che mi è sempre piaciuto, oltre a leggere. Dopo tanto tempo rimettermi a far filare una parola via l’altra. Perché serve sempre avere una via di fuga e la migliore è in qualcosa che sai fare.

Quindi eccoci qua.
Pagina79 sarà la mia via di fuga.

Me l’ha insegnato mia nonna, “un libro non si abbandona mai prima di pagina 79”. 
Non si può giudicare un libro prima di essere arrivati a pagina 79.


Soundtrack: Rifare - Tre allegri ragazzi morti


Commenti