Il diavolo, certamente

Titolo: Il postino suona sempre due volte
Autore: James M. Cain
Editore: Adelphi
Prima edizione: 1934

Questa è la storia di una passione. 
Di quelle travolgenti e distruttive, che posseggono due poveri malcapitati, non il contrario.

La pièce messa in scena da Cain ha per protagonista un classico triangolo amoroso e per sfondo la scalcinata "Taverna delle Due Querce", pompa di benzina e ristorante, sul bordo di una polverosa strada di un'America non ancora del tutto uscita dalla Grande Depressione.
La geometria della storia vede in un angolo Nick Papadakis, greco d'importazione, che "è grasso e puzza", nel secondo Cora, Mrs. Papadakis, Smith da nubile, dall'Jowa, con "una pelle bianca, così delicata" e "i capelli, anche se neri [...] morbidi e ondulati" (niente a che vedere purtroppo con Lana Turner o Jessica Lange) e nell'ultimo angolo Frank Chambers, con la strada come unica amica e un cuore cattivo, voce narrante di queste pagine.

The postman always rings twice, 1946
Il primo senso che resterà folgorato, non è la vista ("Eccetto che per il corpo, non si poteva dire una gran bellezza"), ma l'olfatto. Sarà il profumo di lei a scatenare una delle passioni più travolgenti e violente della letteratura moderna tra Cora e Frank: "Mi era così vicina che potevo sentire il suo odore"; "Tanta voglia di quella donna, avevo, che il mio stomaco non teneva assolutamente più nulla".
The postman always rings twice, 1981
Lo stesso profumo tornerà in momenti diversi a puntellare i diversi momenti della storia: "Mi sembrava strano risentirne ora il profumo, quello stesso profumo che fin dal principio m'aveva sempre fatto come impazzire".
Oltre al profumo Frank avrà sempre una predilezione speciale per le labbra di Cora, per lui simbolo stesso della sensualità di questa donna: "Aveva una cert'aria imbrociata, e le labbra sporte in fuori in modo tale da farmi venire subito voglia di mordergliele"; "Mi avvicinai, la guardai sulla bocca. Era la prima volta che potevo".


La storia è scarna, sintetica, senza frivoli dettagli a tratti in un modo addirittura esasperante, con un linguaggio da strada che appartiene perfettamente ai personaggi e alle situazioni. Uccidere il rozzo e pingue marito per vivere l'ardente desiderio che ha preso i due amanti; questo è il piano. Ma non andrà esattamente tutto come previsto: "Perchè il delitto, Chambers, il delitto era perfetto".
Fil rouge è il destino, che inseguirà i due giovani senza fretta, senza un passo dietro a loro per abbatterglisi contro solo al momento propizio.
Il postino suona sempre due volte, come dice il proverbio. E se alla prima scampanellata si riesce a scampare, alla seconda no.

I personaggi si muovono liberamente per tutta la prima parte del romanzo, inseguendo il proprio sogno di pancia e d'istinto; ma sarà nella seconda parte che si vede l'autore riprendere le fila della storia e tirarne i fili, riavvolgendo nelle sue spire i suoi protagonisti che prima ha illuso e poi ha punito.
"Non siamo stati all'altezza del nostro amore", dirà Cora a Frank. 
E il destino li troverà per strada, così come aveva trovato Mr. Papadakis.

Questo romanzo hard-boiled gira tutto intorno a Frank e Cora, i cui sentimenti evolvono quanto più scoprono cosa sono capaci di fare fino ad arrivare al parossismo: "Io ti amo, Cora. Ma l'amore, quand'è mescolato alla paura, non è più amore. E' odio".

"Tu dici che il buon Dio ci aveva baciati in fronte. Io dico invece che è stato il diavolo a venire a letto con noi": e in queste poche parole, forse, sta la chiave di questa vicenda. Come scrive Camilleri ne Il diavolo certamente, il diavolo si manifesta "Quando uno cerca di fare una certa cosa e all’improvviso c’è il granello di sabbia che arresta il meccanismo gigantesco". I granelli che hanno inceppato l'ingranaggio di Cora e Frank sono stati molti (Sackett e Katz, per primi), sono stati ostacoli di loro stessi, e poi ci sono i felini: "Che strano. Ti portano sfortuna, i gatti...".

E la mancanza della punizione non permette a Cora e Frank di godersi appieno quanto sono riusciti a raccimolare dalla vita; e si accorgeranno di mettersi i bastoni tra le ruote da soli: sono in fondo incompatibili: lui che vuole scappare, lei che vuole restare.

E il finale profuma dello straniero di Camus e del condannato di Hugo, con una punta del Romeo che sopraggiunge sulla tomba di Giulietta: "Nessun rinvio. Eccoli."



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