La canzone di Donne
Titolo: Il castello errante di Howl
I proganisti indiscussi sono un perfetto triangolo, i cui vertici si incontrano e si scontrano per tutto il tempo delle vicende.
Calcifer, il demone del fuoco che domina il castello del titolo, ha il compito di sostenere buon parte della linea sarcastica di tutto il libro: è disegnato magistralmente dall'autrice nel suo essere scorbutico e volubile, ma il suo potere lo rende un perno fondamentale per la storia ("Sono obbligato a fare la maggior parte delle magie qui dentro. Devo tenre insieme il castello, muoverlo e produrre tutti gli effetti speciali che terrorizzano la gente, oltre a dover fare qualsiasi altra cosa che venga in mente al Mago").
Soundtrack: Imaginations from the other side - Blind Guardian
Autore: Diana Wynne Jones
Editore: Kappalab
Prima edizione: 1986
Questa è la storia di una maledizione.
O meglio di tutta una serie di maledizioni. Perchè tutti i personaggi di questa storia, o almeno quasi tutti, sono sotto l'effetto di un maleficio, alcune volte anche legati uno all'altro.
Questo è uno di quei casi in cui il corrispettivo cinematrografico ha avuto più successo del romanzo da cui è tratto. La trasposizione di Hayao Miyazaki del 2004 è decisamente più presente nell'immaginario di tutti gli appassionati: siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui il passaggio è da spettatore a lettore e non il molto più comune viceversa.
Il lungometraggio però è tutto un altro tipo di poesia, un'altra faccia della storia, fortemente permeata della visione di Miyazaki stesso del mondo e con rimaneggiamenti fondamentali alla storia scritta.
Ma venendo al libro (a proposito, un ringraziamento allo studente che ha dato l'idea alla sua professoressa: "L'idea da cui è nato questo libro mi è stata suggerita da uno studente che incontrai in una mia visita presso una scuola, e che mi chiese di scrivere un romanzo intitolato The moving castle. Mi ero presa un appunto con il nome di quel ragazzo, poi l'ho messo in un posto sicuro, per non perderlo. Ma il posto era troppo sicuro, tanto che non sono più riuscita a ritrovare quell'appunto. Mi piacerebbe tanto poterlo ringraziare di cuore"), questo è un irresistibile caso di commedia fantasy intessuta di ironia e magia (nel senso, finalmente, letterale) da cui non si riesce ad uscire facilmente.
La Jones ha costruito un mondo fantastico, fatto di antieroi e sarcasmo, che funziona senza bisogno d'altro.
L'incipit subito fa respirare l'aria giusta: "Nella terra di Ingary, dove realmente esistono cose come stivali delle sette leghe e mantelli che rendono invisibili".
I proganisti indiscussi sono un perfetto triangolo, i cui vertici si incontrano e si scontrano per tutto il tempo delle vicende.
Sophie Hatter, nomen omen, protoganista femminile, non ha niente della figura debole che deve essere salvata dalla maledizione che la Strega delle Terre Desolate le ha inflitto. Anzi. Nonostante il cruccio dovuto al fatto di essere la primogenita a cui nessuna fortuna spetterà mai ("Colui che nasce per primo, infatti, è anche quello destinato a sbagliare per primo; e sarà ancora peggio se sarà l'ultimo ad andarsene di casa in cerca di fortuna"), giungerà poi al castello errante e se ne autoproclamerà governante.
Howl, che risponde al nome di Howell Jenkins nel Galles dietro la porta dal tassello nero , conosciuto come Jenkins lo Stregone a Porthaven, il Mago Pendragon a Kingsbury, l'Orribile Howl a Market Chipping, non ha niente della figura del mago che si è abituati ad incontrare. L'antieroe per eccellenza: latin lover, la cui principale occupazione è corteggiare le giovani e stufarsi di loro appena ricambiato ("Sophie pensò che probabilmente era proprio quello il posto dove il Mago teneva nascosto un cesto di anime o una scatole di cuori masticati"); vanesio, che trascorre ore intere nel bagno e farà una tragedia per una tinta di capelli sbagliata (Capitolo Sei in cui Howl esprime i suoi sentimenti con melma verde); cordardo, consapevole di esserlo ("Io sono un codardo e l'unico modo per costringermi a fare qualcosa di cui ho paura è dirmi che non la farò!").
Howl, che risponde al nome di Howell Jenkins nel Galles dietro la porta dal tassello nero , conosciuto come Jenkins lo Stregone a Porthaven, il Mago Pendragon a Kingsbury, l'Orribile Howl a Market Chipping, non ha niente della figura del mago che si è abituati ad incontrare. L'antieroe per eccellenza: latin lover, la cui principale occupazione è corteggiare le giovani e stufarsi di loro appena ricambiato ("Sophie pensò che probabilmente era proprio quello il posto dove il Mago teneva nascosto un cesto di anime o una scatole di cuori masticati"); vanesio, che trascorre ore intere nel bagno e farà una tragedia per una tinta di capelli sbagliata (Capitolo Sei in cui Howl esprime i suoi sentimenti con melma verde); cordardo, consapevole di esserlo ("Io sono un codardo e l'unico modo per costringermi a fare qualcosa di cui ho paura è dirmi che non la farò!").
Calcifer, il demone del fuoco che domina il castello del titolo, ha il compito di sostenere buon parte della linea sarcastica di tutto il libro: è disegnato magistralmente dall'autrice nel suo essere scorbutico e volubile, ma il suo potere lo rende un perno fondamentale per la storia ("Sono obbligato a fare la maggior parte delle magie qui dentro. Devo tenre insieme il castello, muoverlo e produrre tutti gli effetti speciali che terrorizzano la gente, oltre a dover fare qualsiasi altra cosa che venga in mente al Mago").
Gli altri personaggi sono ingranaggi cesellati finemente: Michael Fisher, aiutante di Howl, Lettie e Martha, le due sorelle di Sophie, la signora Penstemmon, insegnante di Howl, e Lily Angorian. Ma dei quali non si può dire molto altro per non incappare nell'odiatissimo spoiler.
Al loro primo incontro e ogni volta che si imbelletta, Howl profuma di fiori: "Howl uscì dal bagno [...] in una nuvola di vapore che odorava di genziana".
La Strega delle Terre Desolate si paragona ad un fiore: "Alla Strega piace pensare a se stessa come un fiore, un'orchidea solitaria che fiorisce nel deserto".
Howl aprirà un negozio di fiori, H. Jenkins Fiori freschi tutti i giorni, dove Sophie potrà sperimentare nuovi incroci ed innesti.
Ma sarà proprio uno degli esperimenti di Sophie che porterà Howl un passo più vicino al compiersi della sua di maledizione, da cui è inseguito da anni, scagliata dalla Strega delle Terre Desolate.
Il testo della maledizione altro non è che "Song" di John Donne, leggermente adattata dall'autrice all'occorrenza.
E questo è solo un esempio dell'attaccamento della Jones ai classici, perchè sarà Howl stesso a citare Shakespeare in quel "c'è qualcosa di marcio in Danimarca".
Ma si può immaginare che, avendo lei preso lezioni da Lewis e Tolkien ad Oxford, non sia difficile cedere.
Soundtrack: Imaginations from the other side - Blind Guardian


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